I dialoghi della vagina

vaginaPranzo condiviso. Arrivo come al solito in anticipo, scelgo il tavolo dopo attenti calcoli – Jason Bourne mi fa una pippa –  e prendo il kindle.

Arriva la mia amica. “Ciao, non sai che roba.” Io continuo a leggere, ho già scritto che sto leggendo un libro bellissimo. “Pessima nottata”. Vado avanti nella lettura, sono all’ultimo capitolo. “Credo di essermi rotta la vagina.” Ok ha vinto, sbatto il kindle sul tavolo e faccio cenno di andare avanti. Lei mi racconta. “Ieri esco con il Meccanico, mi porta al cinema, birra veloce, e poi a casa sua a fare due chiacchiere. Ha pagato lui, mi sembrava il caso di ringraziarlo.” C’è andata a letto, leggo tra le righe. “Se lo conosco da 10 anni e non l’avevamo mai fatto, ci sarà stato un motivo?!? Perché me lo dimentico ogni volta. Abbiamo fatto sesso come due adolescenti.” Traduzione: lui non aveva la minima idea di cosa stava facendo, e lei non gli ha detto nulla. “OrribileUn mix tra una crisi epilettica e una macarena orizzontale. Doveva essere una sveltina senza conseguenze, e invece oggi mi fa male in ogni dove.” La sua botta-e-via si era trasformata in una botta di sciatica. “Ma la cosa peggiore è stata oggi. Mi cerca, viene a casa mia, e mi regala… dei palloncini.” Ma chi cazzo è il vecchietto di Up?

Prendiamo dei viveri e ci risediamo.

La mia vagina invece è depressa. Rientro a gamba tesa in argomento. “Nel senso che piange spesso e ha sempre voglia di cioccolata?” Ride, la stronza. No, nel senso che ho somatizzato la depressione per la rottura a livello sessuale. La mia amica fa finta di capire tutto e non fa domande solo perché è al 7imo anno fuori corso di Psicologia. E si vergogna. “Ho la soluzione: ho letto che il sesso orale è antidepressivo. Riceverlo, ma anche farlo. L’esercizio muscolare ringiovanisce il viso meglio di 5 punture di botulino e aiuta la digestione.” Vorrei domandarle dove l’ha letto, ma sapendo che probabilmente la fonte è il forum di qualche sito tipo Donna Moderna e non Freud, faccio finta di nulla e sorvolo.”Gli effetti benefici sono duraturi e come tua psicologa te lo prescrivo una volta al dì, adesso che sei nella fase acuta. Poi una volta a settimana.” Prende il tovagliolo, scrive la ricetta e me la consegna con tanto di cuoricini e il numero di telefono di uno che fa al caso mio.

Chiaramente il livello di decibel della conversazione ha sempre superato il minimo consentito nei luoghi pubblici. Quindi ora i tavoli vicini ci guardano come se fossimo verdi con le antenne.

Un altro ristorante in cui non posso tornare.

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